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Intervista Domenico Bucca – Caolino: 10 cose da sapere

E’ da un po’ di tempo che cerchiamo di affrontar questo argomento per continuare ad ampliare il livello di cultura del consumatore finale ma soprattutto offrire nuovi spunti ai produttori che leggono i nostri articoli.

Abbiamo quindi deciso di partire con delle semplici domande per capire a cosa serve e come utilizzare il Caolino.

Domenico Bucca Sales Account Manager Italia divisione Corroboranti Azienda Clay & Clay Srl.

Per l’occasione abbiamo coinvolto Domenico Bucca Sales Account Manager Italia divisione Corroboranti Azienda Clay & Clay Srl. , conosciuto casualmente durante una chiacchierata estiva, che gentilmente ha dedicato un po’ del suo tempo per aiutarci ad approfondire.

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1 Cos’è il Caolino?
Il caolino è una argilla bianca la cui composizione deve contenere minimo il 60% di caolinite: il minerale che lo compone. Contiene anche quarzo, feldspato, mica ed altri elementi tra cui il ferro, capita non di rado che il ferro ossidato conferisca una colorazione diversa dal giallo all’arancione al rosso, cosa che potrebbe comprometterne la purezza.

2 Perché si usa?
Si usa in tanti processi industriali, permea la nostra esistenza e quasi non ce ne rendiamo conto: ceramiche, dai sanitari alle stoviglie ai suppellettili più
pregiati, cosmetica, farmaceutica, mangimi alimentari, produzione di ceramiche speciali per diversi settori tra cui le autovetture, vernici, gomme,
coperture riflettenti per superfici, carta, agricoltura. In agricoltura si usa come corroborante ((definizione da vocabolario Treccani), si sfruttano queste caratteristiche per abbassare la temperatura delle piante, controllare le scottature, idratare le coltivazioni, diminuire gli attacchi di fughi e muffe, disgregare uova a consistenza acquosa, ostacolare gli afidi ed infine come repellente per alcuni tipi di insetti.


3 Chi lo usa?
In Italia viene utilizzato prevalentemente in agricoltura biologica e soprattutto tra gli olivicoltori più attenti, si sta iniziando ad usare anche in viticoltura e
nella coltivazione di ortaggi, melograni ed angurie.

4 Come si trattano le piante?
Il caolino viene disperso in acqua, talvolta è opportuno utilizzare un tensioattivo per diminuirne la tensione superficiale e migliorare la distribuzione della polvere, successivamente viene opportunamente spruzzato su tutta la pianta o parte di essa. Si possono utilizzare attrezzature varie per irrorare le piante: dalla pompa a spalla, all’atomizzatore spalleggiato fino ad atomizzatori portati o carrucolati. Ogni strumento ha la sua taratura e le concentrazioni ed i consumi possono variare di molto da strumento e strumento e da coltura a coltura.


5 E’ vero che è il miglior rimedio per la mosca olearia?

Il caolino è un buon rimedio per contrastare l’azione della mosca olearia, oramai vi è ampia letteratura in merito sia nazionale che internazionale.
Spesso però viene commercialmente presentato come una panacea, noi crediamo che ogni prodotto abbia lati in luce e altri lati in ombra e ci piace
lavorare con i nostri clienti in modo da aiutarli laborare una strategia sul campo affinché possano imparare a dosarlo, a verificarne la persistenza della copertura, talvolta, nei casi più difficili affiancarlo ad altri prodotti. Certamente siamo dell’idea che utilizzare una argilla opportunamente depurata e sicura per la salute dell’uomo e degli insetti, sia da preferirsi all’utilizzo di prodotti di sintesi.


6 Serve anche ad altro?

Si, la funzione più importante è quella di controllare la radiazione solare, riflettendo la luce, questo fa si che si abbassi la temperatura delle piante su cui viene irrorato, evitando scottature, migliorando la pezzatura dei frutti. In olivicoltura limita la cascola dovuta a siccità, apportando molti vantaggi sia economici (arrivare con più olive, più grandi, più sane è già un ottimo ritorno dell’investimento) sia in termini di qualità e quantità dell’olio, quando le olive vengono portate in frantoio. Inoltre mantiene idratate le piante assorbendo la rugiada notturna e cedendo l’acqua alla pianta durante il giorno. Si limita così il consumo di acqua (che sappiamo essere un bene prezioso) o negli impianti non irrigui sostituendosi all’acqua e contribuendo al benessere generale delle piante che continuano ad accrescersi e rimanere in salute.


7 Ci sono effetti collaterali per l’olio che poi mangiamo?
Se il caolino è opportunamente depurato non abbiamo notizia di particolari conseguenze, bisogna fare attenzione però alla purezza del prodotto ed al
tipo di prodotto che troviamo sul mercato. Alcuni caolini possono contenere elementi inquinanti, o elementi aggiunti per migliorarne alcune caratteristiche.

8 Quanti tipo di caolino esistono in commercio?
Ormai inizia ad essere risaputo, esistono tanti tipi di caolino in commercio,infatti ciò che differenzia il caolino a parità di bontà e tipologia del giacimento
sono la capacità di depurazione, il processo di produzione ed eventuali trattamenti termici o chimici per cambiarne le caratteristiche.
In linea di principio la normativa che regolamenta i corroboranti (Reg. CE 834/2007 e successive modifiche) nell’elenco allegato indica tra i corroboranti
le polveri di roccia e specifica testualmente: “Prodotto ottenuto tal quale dalla macinazione meccanica di vari tipi di rocce, la cui composizione originaria
deve essere specificata.” e tra le modalità e precauzioni di uso si specifica “ Privo di elementi inquinanti “. In commercio si trovano caolini naturali, delaminati e calcinati, talvolta anche prodotti a base di caolino opportunamente coperti da brevetto, in questo ultimo caso è importante sapere che la terra non si può brevettare.

9 Come si conserva e se ha una scadenza?
Il caolino essendo una terra non ha scadenza e si conserva negli anni molto facilmente, non degrada ma al più quando in ambiente umido potrebbe
impaccarsi rendendo difficile la dispersione, è bene quindi tenerlo all’asciutto e sollevato da terra.


10 Come si riconosce un caolino buono da un caolino non buono?

Da tenere sott’occhio:

  • Le impurità, per primo, il contenuto in silice libera respirabile, il cui valore accettabile per limiti di legge deve essere sotto l’1% e successivamente il residuo di particelle di grandi dimensioni, responsabili di intasamenti di ugelli e filtri.
  • Il grado di bianco: più è bianco più riflette la luce.
  • Il contenuto in quarzo, mica e feldspati responsabili dell’abrasione delle pompe deve essere minimo.
  • Il contenuto in caolinite, infatti più è alto minore è la possibilità che il caolino contenga diossine, che ricordiamo essere sostanze che si accumulano negli esseri viventi risalendo la catena alimentare legandosi alle sostanze grasse (come l’olio), per le quali è opportuno richiedere un certificato sui contenuti del giacimento.

Ringraziamo Domenico che molto probabilmente torneremo a disturbare molto presto 🙂

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